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Il Lavaggio a secco

Molto spesso si ritiene che il processo di lavaggio a secco o "chimico", sia esso condotto con impianti a percloroetilene sia ad idrocarburi, sia di per sè un processo finito in grado di svolgere i compiti di pulizia senza necessità di ulteriori additivi. Questo è un errore. Tutti i solventi in uso nel lavaggio a secco, indipendentemente dalla loro natura o dal loro potere detergente sono affini allo sporco grasso, questa caratteristica impedisce la possibilità che venga rimosso lo sporco di natura magra (ovvero affine all'acqua) durante il processo di lavaggio; dunque in un processo di lavaggio a secco senza l'intervento di sostanze chimiche ausiliarie si potranno rimuovere dai tessuti le parti di sporco solido per effetto dell'azione meccanica del tamburo e le parti solubili grasse in toto o in parte a seconda del potere del solvente utilizzato, del tempo di contatto e di alcune altre variabili come la temperatura e la dinamica del circuito idraulico.

La buona riuscita di questo compito di lavaggio, per quanto non completo è affidata alla buona manutenzione del solvente ed al buono stato dei filtri del circuito di lavaggio. Lo sporco, sia solido sia solubile, rimosso dai capi deve essere infatti trattenuto e separato dal solvente di lavaggio al fine di evitare il rideposito dello stesso sul materiale lavato, tutto questo risulta difficile da realizzare in modo completo e più complesso durante i lavaggi intensivi dove il tempo di bagno è più lungo con il formarsi di forti correnti di elettricità statica che influenzano le cariche superficiali dello sporco e del tessuto lavato.

Un buon ciclo di lavaggio a secco deve prevedere un prelavaggio al distillo con un rapporto di bagno non inferiore a 1:3 e un lavaggio sul circuito filtro con un rapporto di bagno circa 1:5. Durante questo processo bisogna mantenere entro certi limiti il tempo del bagno di prelavaggio per evitare la formazione di cariche elettrostatiche che pregiudicherebbero la pulizia del materiale lavato, il bagno di lavaggio in circolazione sul filtro può essere mantenuto più a lungo perchè lo sporco solido rilasciato nel bagno viene continuamente trattenuto dal filtro. Quanto più grande è il filtro e quanta più portata ha la pompa migliore sarà il risultato di pulizia. I limiti di un processo di lavaggio condotto senza l'uso di additivi sta in una serie di svantaggi:

  • Breve durata del bagno di prelavaggio con mancata soluzione di parte dello sporco grasso che si scioglierà nel secondo bagno aumentando il tenore di sporco del solvente che ritorna al serbatoio di lavoro.
  • Bassa dispersione dell'umidità residua, quindi possibili ingrigimenti delle parti di tessuto eventualmente presmacchiate o parziali irrigidimenti dei tessuti con alta umidità residua (per condizioni ambientali o per precedenti trattamenti)
  • Nessuna o scarsa rimozione dello sporco "magro" (insolubile).
  • Alta formazione di elettricità statica con rideposito dello sporco in sospensione nel bagno e ingrigimento dei tessuti chiari.
  • Mano "secca" "asciutta" del materiale lavato, specie delle fibre naturali svuotate del contenuto di polimeri finissanti.

Un'esperienza d'uso di un processo di lavaggio a secco coaudiovato dai giusti prodotti rafforzatori e finissanti permette una qualità del prodotto lavato nettamente più alta ed una mano migliore allo stiro ed al "tatto" (indosso).

Prodotti per il lavaggio a secco

In un processo di lavaggio a secco con percloroetilene l'utilizzo di un rafforzatore anionico nel primo bagno di lavaggio consente di allungare il tempo di contatto con una fase più lunga di prelavaggio garantendo migliori prestazioni di scioglimento dei grassi e impedisce il rideposito dello sporco sul materiale lavato grazie alla proprietà del rafforzatore di mantenere in sospensione lo sporco. Oltre a questi vantaggi i tensioattivi presenti nel rafforzatore garantiscono la dispersione della carica di umidità contenuta nella merce (ambientale o derivata da precedenti trattamenti) e la dissoluzione di gran parte dello sporco "magro" comune. Le macchie come vedremo dovranno essere comunque trattate specificatamente.

L'utilizzo di un rafforzatore anionico quindi aumenta notevolmente il potere lavante e quindi la qualità del pulito sul prodotto finale. Queste proprietà valgono anche nel lavaggio a secco con solventi idrocarburi utilizzando rafforzatori specificatamente formulati.

Volendo ottenere una minor carica elettrostatica ed una mano migliore dei capi trattati in un impianto lavante a percloroetilene è sempre raccomandato l'utilizzo di un additivo di natura cationica con forte potere antistatico e ammorbidente grazie ai tensioattivi cationici che si legano alle fibre" riempiendole" e migliorandone la scorrevolezza e la distensione. A lato pratico questo favorisce una stiratura più semplice, riduce notevolmente se non completamente la necessità della rimozione manuale della peluria e rende più piacevole l'indosso del capo.

Non è consigliabile l'utilizzo di prodotti a base cationica nel caso di fibre sintetiche e tessuti tecnici come nel caso di giubbotti imbottiti e capi sportivi a causa della scarsa capacità di assorbimento di queste fibre e della possibile formazione di alonature sul tessuto lavato.

Nel lavaggio con solvente idrocarburo è raramente utilizzata l'additivazione con prodotti a base cationica nel secondo bagno in quanto per caratteristica naturale i solventi a base idrocarburica non soffrono di formazione di cariche elettrostatiche. Molto importante invece l'utilizzo di additivi (che possono essere il più delle volte anionici) contenenti prodotti battericidi al fine di controllare e mantenere ridotta la carica batterica al'interno dell'impianto. Nei solventi a base idrocarburica infatti è suscettibile la formazione di colonie batteriche importanti che possono provocare gravi problemi di funzionamento all'impianto.

A volte è necessario intervenire anche sugli impianti a percloroetilene con prodotti specifici per l'abbattimento delle cariche batteriche colpevoli della formazione di cattivi odori che permangono sul materiale lavato.